It 3 - Il Monte Camisino


 

Vantone - Monte Camisino - Mandoàl - Paröle - Vantone


Tempi di percorrenza   :   ore 3,30 (ore 3,50 l’anello completo)

Dislivello in salita       :   564 m

Difficoltà               :   EE

Segnaletica             :   - da Vantone a Mandoàl,   strisce bianco-rosse del sentiero    n.469

                                          - da Mandoàl a Paröle,      strisce bianco-rosse del sentiero    n.455

Come arrivare alla

partenza                :  sulla statale 237 del Càffaro, in località Pieve Vecchia d’Idro, deviamo sulla provinciale per Capovalle e, attraversato la frazione Lemprato, svoltiamo a sinistra per Crone-Vesta; percorriamo la stradina sulla riva orientale del lago per circa 5 Km fino in località Vantone dove parcheggiamo appena prima del ponte sul Rio Vantone, in una piazzola sulla destra, caratterizzata da un paletto con le frecce direzionali per la Croce di Perlé - Cavacca - Cima Crènch che però non costituiscono la nostra meta.


Il M. Camisino costituisce l’estrema propaggine Sud-Ovest dello spallone che dallo Stino arriva al lago; oltre che da Mandoàl, località prativa nel comune di Capovalle, vi si accede da Vantone grazie alla riattivazione  della vecchia mulattiera che costituì, in tempi passati, un rapido collegamento tra Capovalle ed il lago.

Impossibile non rimanere coinvolti dalla straordinaria potenza suggestiva dei luoghi, soprattutto nei paraggi del Camisino.

Alla partenza, ignoriamo dunque le frecce direzionali e ci portiamo sul lato Nord del ponte che attraversa il Rio Vantone appena oltre il quale son ben evidenti i segnavia bianco-rossi del sentiero 469 (e l’indicazione per un Aussichtspunkt-Punto panoramico evidentemente apposta da appassionati turisti d’oltralpe).

Non lasciamoci intimorire dalla ripidissima partenza allorché il tracciato risale una breve balza rocciosa che, in un questo passaggio, richiede un minimo di agilità; facciamo subito una sosta in occasione di un’apertura del bosco attraverso la quale compaiono, in una singolare prospettiva, gli slanciati Campanili d’Eridio, appuntite guglie rocciose distinguibili anche dalla sponda opposta del lago.

Unitamente ai segnavia bianco-rossi compare una targhetta di legno riportante la lettera A indicante la presenza del poggio panoramico prima citato per il quale, poco più avanti, notiamo la deviazione a sinistra; dall’osservatorio, raggiungibile in una decina di minuti, si ha una vista più completa dei suddetti Campanili d’Eridio e dell’alto lago.

Appena superata la deviazione, la traccia si fa più ampia e ci rendiamo conto di esserci immessi sull’antica mulattiera di cui scorgiamo alcuni tornanti, invasi da vegetazione, che salgono da destra dal fondovalle.

In seguito compaiono consistenti muri a secco di sostegno e, alternando tratti zigzaganti a lunghi traversi, ci inoltriamo gradualmente nella Valle del Rio Vantone; alla nostra destra, allo sbocco della Val Tombe, scorgiamo i Fienili Rizzardi circondati da prati.

La larga traccia è stata parzialmente invasa da vetusti pini silvestri di notevoli dimensioni e dal portamento slanciato senza comunque che la marcia venga intralciata; ai lati del percorso il bosco è disseminato da massi di varie dimensioni, che richiamano l’attenzione in quanto, osservati da vicino, si scopre che sono molto diversi dalla chiara roccia calcarea che forma la montagna: i grossi cristalli neri, immersi in una pasta bianca, mostrano che si tratta di durissima tonalite, una roccia simile al granito presente solamente nel massiccio Adamello-Presanella. Trattasi infatti di pietre che, unitamente a sabbia e sassi, furono trasportati a valle dagli estesi fiumi di ghiaccio che colavano dai ghiacciai adamellini circa 15.000 anni fa, erodendo e modellando i versanti di valli principali e secondarie.

Si cammina comodamente sulla ex mulattiera, i cui tornanti, assecondando l’orografia del terreno, sono ricavati spesso in prossimità di rocciosi affioramenti calcarei visibilmente scavati; un’apertura del bosco permette di scorgere le modeste elevazioni della Cima Crènch, della Cocca d’Idro e l’intera Val Tombe (665 m, ore 0,50).

Si abbandona temporaneamente la mulattiera, che in questo punto non è stato possibile ripristinare e occorre risalire, su debole traccia, un breve tratto molto ripido per ritrovare il largo tracciato che riprende con un paio di lunghi tornanti; fra aperture, ora più frequenti, si notano, dalla parte opposta della valle, i marcati intagli della Val Grande e della Valle di Rio Secco riccamente ricoperti da lussureggiante vegetazione; sullo sfondo verso sinistra, i monti Manòs e Càrzen.

Altro lungo diagonale, altra serie di curve in occasione delle quali si sfiorano un grande “fungo” roccioso ed un isolato spuntone, quindi si sbocca su un’ampia sella boscosa, cosparsa da numerosi muretti a secco (870 m, ore 0,40-1,30); alla nostra sinistra, oltre l’adiacente rilievo roccioso, si erge inaccessibile il M. Camisino, un bastione isolato dalla resto della montagna. A dir poco spettacolare la vista sul versante opposto che ci appare pochi metri più avanti: una selvaggia spaccatura sprofonda verso il lago creando una sorta di biforcazione del crinale che discende dallo Stino: il ramo di sinistra si eleva, come accennato, col M. Camisino, quello di destra, con un poderoso corno che, piumato da pini silvestri e da radi cespugli di vegetazione xerofila, si protende verso il lago; in questo contesto viene ritagliato uno spicchio del lago nel quale si protende la penisola di Vantone dalla caratteristica forma a ventaglio, mentre sullo sfondo la scena è chiusa dalla cresta Sassello-Paghera oltre la quale emergono la Corna Zeno e la Corna di Meghé.

Una brevissima salita poi si continua ascendendo dolcemente in diagonale sul versante Sud, mantenendoci poco sotto il crinale del quale, seppur cosparso da densa vegetazione cespugliosa, si può tentare di raggiungere il culmine; percorrendone a ritroso (verso Ovest) la cresta affilata su flebili tracce fin quasi alla sua estremità (attenzione in caso di fondo bagnato e scivoloso), si perviene ad un’ariosa radura con vista mozzafiato sui vicini bastioni rocciosi, su ampie porzioni del lago e su Anfo.

Si transita nei pressi di un traliccio posto in corrispondenza di una depressione della dorsale (una targhetta in legno fissata ad un pino indica il sentiero 469) poi, alla vicina sella, dalla quale, verso Nord, compare la Penisola di Vesta ed il Pian d’Onéda, la mulattiera passa sul versante settentrionale facendosi trattorabile. Con una breve ultima salita, sfiora ampi prati con alcune casette prima di sfociare nella piazzola attrezzata per picnic della località Mandoàl, ideale luogo per rifocillarsi (953 m, ore 0,30-2).

Numerose le frecce indicatrici poste dal Gruppo Sentieri Attrezzati Idro e dalla Pro Loco Idro/Cai Vestone indicanti, tutte verso sinistra, i sentieri 454, 455, 456 e 478; a destra la carrabile porta a Zumié, frazione di Capovalle; seguire per alcuni metri verso sinistra la sterrata ed incontreremo ben presto la deviazione a sinistra del sentiero 455 per Paröle; anche qui ci sorprende una bella vista su gran parte dell’Eridio e, la presenza di alcune panchine in tronchi, ci invitano ad un’ulteriore sosta.

A questo punto potremmo ritenere conclusa l’escursione e far ritorno a Vantone ripercorrendo a ritroso l’itinerario di salita (ore 1,30-3,30).


ESTENSIONE

Per chi volesse allungare la passeggiata e compiere un anello completo, descriviamo la seguente variante che comporta però il rientro sulla strada asfaltata Paröle-Vantone lungo la quale si transita in due brevi gallerie prive di marciapiede:

imboccare in discesa il sentiero 455 che, alternando strette curve e diagonali, si cala velocemente verso il lago; lungo il percorso si attraversa un nutrito gruppo di faggi di notevoli dimensioni mentre, più in basso, si attraversa un bosco misto di pioppi, faggi e abeti d’alto fusto ai cui piedi il suolo è stato colonizzato con successo da una vasta popolazione di agrifoglio. Dopo aver superato la confluenza della mulattiera proveniente dal M. Stino, siamo in località Paröle e si sbocca su una stradina cementata la quale, in breve, si innesta sulla strada asfaltata che percorre la sponda orientale del lago d’Idro, poco distanti da Vesta (375 m, ore 1,10-3,10).

Non ci resta che una camminata pianeggiante in riva al lago, verso sinistra per poco meno di 3 Km, e far ritorno a Vantone (ore 0,40-3,50).

 

 




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