Crone d’Idro (via Preonde) – Cochèt (o Punta Pelada) – Cima Crènch – Cocca d’Idro - Crone
Tempi di percorrenza : ore 1,45
Dislivello in salita : 415 m
Difficoltà : E
Segnaletica : Segnavia bianco–rossi sul percorso unitamente a bacheche con cartine topografiche e paletti con chiare frecce direzionali.
Come arrivare alla
partenza : Alla Pieve d’Idro, lasciamo la statale 237 del Càffaro e deviamo per Capovalle; attraversiamo la frazione Lemprato oltre la quale abbandoniamo la provinciale 58 e svoltiamo a sinistra per Crone; dopo la frazione, oltrepassato il bocciodromo, proseguiamo per 300 m. sulla strada principale (per Vantone – Vesta) fino alla confluenza, sulla nostra destra, della Via Preonde. Possiamo comodamente parcheggiare in un ampio slargo sul lato sinistro della strada caratterizzato dalla presenza di una bacheca esplicativa.
NOTA: sulla carta IGM che utilizziamo la Cima Crènch è denominata Cocca d’Idro che invece è il nome della sella sulla cresta Sud-Est; errata anche la quota 831 riferita alla Punta Pelada che è alta 632 m.
Interessante e panoramicissima escursione su un tracciato riattivato tra il settembre 2001 e l’aprile 2002 dal “Gruppo Sentieri Attrezzati” di Idro.
Seguendo le segnaletiche saliamo la Via Preonde, inizialmente asfaltata; ad una prima biforcazione si tiene la sinistra quindi, dopo un ultimo tratto cementato, la stradina cessa allargandosi sensibilmente.
Siamo ad un nuovo bivio segnalato con frecce indicanti la palestra di roccia, la ferrata e la cima del Crènch, verso cui ci dirigiamo svoltando a sinistra; transitati tra due ravvicinate abitazioni, inizia il sentiero sul quale ignoriamo in successione le deviazioni a sinistra per la Ferrata e per la palestra di roccia; con lieve pendenza e una serie di curve, dopo 10 minuti, montiamo su un cucuzzolo che ci permette di godere di una bella veduta sul basso lago. Il cocuzzolo è caratterizzato sul versante nord da una postazione di guerra (a sinistra del sentiero principale).
Proseguendo, il sentiero si fa più ripido, in alcuni tratti gradinato artificialmente e risale una stretta vallecola con parecchie curve strette.
Un paio di passaggi su base rocciosa, che richiedono un minimo di agilità, precedono di poco l’arrivo in cresta in corrispondenza di una lieve depressione dalla quale, con una brevissima digressione, si raggiunge a sinistra il Cochèt, meglio conosciuto localmente come “ Punta pelada”, caratterizzata da una croce metallica (632 m. ore 0,40); nei paraggi ha termine la Ferrata di Cima Crènch di cui si scorgono gli ancoraggi finali e la bacheca esplicativa. Si prende fiato gustando splendide vedute su quasi tutto il lago.
Proseguendo, il tracciato concede più respiro e, mantenendosi prevalentemente sulla cresta boscosa e sospesa sul lago, raggiunge un ampio spiazzo caratterizzato da una singolare galleria di guerra a forma di elle al cui fondo si apre una finestra con vista sul basso lago. Questa postazione, appartenente al secondo conflitto mondiale, è stata completamente recuperata, liberandola da rovi e detriti che ne ostruivano quasi completamente l’accesso.
Pochi metri sopra la postazione si supera un goletto e, piegando a destra su facili roccette, ci portiamo sul pianoro sommitale della Cima Crènch (778 m. ore 0,25 – 1,05), dove il primo maggio 2002 è stato posto un cippo dal “Gruppo Sentieri Attrezzati” per commemorare l’anno internazionale delle montagne.
E’ d’obbligo una sosta per godere della vista del sottostante lago e dell’intero anello montuoso che ci circonda: partendo da nord, da destra a sinistra, il Gruppo di Brenta fa da sfondo al Pian d’Oneda; l’aguzzo Dos di Laven (frequentata meta sci-alpinistica), i monti di Bagolino, più vicino il M. Censo, le Corne di Meghé, la lunga cresta M. Paghera - M. Sassello oltre la quale sporge la Corna Zeno; verso sud, la Corna di Savallo, più vicino il Forte di Valledrane oltre il quale si intravedono i monti di Provaglio; proseguendo verso est/nord-est, il M. Proace, la Croce di Perlé, il M. Manòs, il M.Camisino, la Calva, il M. Stino e la sommità della Cima Spessa.
Ritorniamo brevemente sui nostri passi fino al goletto sopra citato ed iniziamo la discesa verso destra sul versante opposto a quello di salita. Il sentiero zigzaga in continuazione per superare agevolmente una prima forte pendenza che poi si attenua permettendoci di raggiungere senza difficoltà la Cocca d’Idro, (700 m. ore 0,10 – 1,15) dove arriva e termina una carrareccia che si collega alla provinciale per Capovalle nei pressi dello sbocco nord-orientale della galleria.
Consultata la bacheca e seguendo la nutrita segnaletica, prendiamo a destra la direzione “Crone di Idro”, percorrendo l’antica mulattiera che collegava in tempi passati, Idro con Capovalle. La mulattiera ci porta sulla provinciale della quale percorriamo pochi metri fino al tornante per poi riprendere a destra la mulattiera che ci porta sul primo tratto della salita in Via Preonde e quindi al punto di partenza. (371 m. ore 0,30 – 1,45).
VARIANTE
La variante consente di attuare un anello completo transitando da Vantone con ritorno dalla strada asfaltata in riva al lago; il percorso, poco frequentato ma comunque ben segnalato, si svolge in bel bosco e ci consente di visitare porzioni di territorio testimoni di importanti attività umane dei tempi passati.
Alla Cocca d’Idro imbocchiamo a sinistra la sterrata che, poco sotto, si inoltra nel bosco d’alto fusto; ci abbassiamo con qualche curva e, in corrispondenza di un tornante a sinistra, siamo ad una biforcazione alla quale ignoriamo i segnavia che salgono a destra alla Croce di Perlé. Svoltiamo dunque a sinistra, sempre sulla stradicciola, lasciando a destra i F.li Rizzardi; al successivo tornante a destra i segnavia ci indicano di abbandonare il viottolo e di inoltrarci a sinistra nel bosco (a destra, come citato, la carrareccia scende sulla provinciale per Capovalle nei pressi dello sbocco nord-orientale della galleria). Si incrocia una larga traccia che ignoriamo proseguendo diritti in discesa; in seguito, una deviazione non segnalata a sinistra porta ad un aereo poggio a picco sul lago, raggiungibile con breve digressione e sul quale occorre muoversi con attenzione.
Con un’ultima ripida calata approdiamo sulla vecchia via di collegamento fra Idro e Capovalle la quale, fiancheggiando l’ultimo tratto del Rio Vantone, sbocca sulla strada asfaltata Crone-Vesta (389 m, ore 0,35-1,50) dove, poco discosti dalla carrabile, notiamo le segnaletiche di inizio sentiero. Un paio di chilometri sulla strada asfaltata, con percorso abbastanza piacevole, ci separano dal punto di partenza (ore 0,30-2,20).